STEP #33- La sintesi finale
Come afferma Maria Grazia Turri nel saggio "Gli oggetti che popolano il mondo", le cose sono strettamente legate alla loro posizione nello spazio: come primo passo, si sceglie un luogo in cui è possibile trovare una molteplicità di cose e, tra le tante cose che possono essere presenti, è automatico selezionarne una come protagonista del blog in quanto associamo sempre differenti significati ad ognuna di queste. Così come possiamo essere legati ad un luogo, così possiamo esserlo rispetto ad una cosa. Questa non è l'unica analogia che si può trovare tra cosa e luogo: entrambi possono diventare protagonisti di un film o di singole scene, di un brano musicale, di un passo o di un'intera opera d'arte che sia essa una poesia, prosa o fumetto, una pittura o una scultura. Inoltre, per identificarli o meglio, per "difenderci da essi", come afferma Alessandro Baricco leggendo le pagine di Carlo Emilio Gadda, dobbiamo essere in grado di nominare la cosa ed il luogo. Ecco che si analizza l'origine del nome del luogo ed i modi in cui la cosa può essere chiamata in diverse lingue e dialetti.
In riferimento al libro della Turri, occorre sottolineare che alcune cose hanno una propria materialità che noi percepiamo con i nostri sensi: possiamo toccarli, sentire di che materiale sono fatti, vedere la loro forma complessiva e le sue parti, come se fossero componenti di una macchina più complessa. Possiamo addirittura legare dei sapori alla cosa e catapultarci nell'ambito culinario.
Alla moltitudine di oggetti "che popolano il mondo", ci è naturale dare un ordine, ("pensare è classificare" , dice Georges Perec) per cui ci si è soffermati anche nel definire una tassonomia della cosa scelta, classificazione i cui criteri non possono essere universali. Già solo leggendo "La vertigine delle liste" di Umberto Eco, capiamo che esistono, tra i tanti, due modi con la quale l'individuo compone le liste: per essenza e per proprietà.
Poiché la cosa è materiale, ad essa sono inevitabilmente associate proprietà fisiche e chimiche. Inoltre le cose sono prodotte e, tramite le nuove tecniche industriali, si commercializzano su grande scala. In funzione degli obiettivi del marketing, esisteranno testimonial pubblicitari, persone fisiche che diventeranno i protagonisti della cosa. Su un mercato così ampio nasce la necessità di tutelare l'invenzione del singolo utilizzando brevetti, documenti (così come lo sono i francobolli), che hanno lo scopo di garantire l'utilizzo del nuovo prodotto, componente o macchina, esclusivamente da parte di chi li possiede, salvo opportune concessioni.
Anche la cultura diventa un ottimo mezzo per far in modo che la pluralità conosca la cosa o, seguendo l'intento di Pamuk, risvegli le personali esperienze: nasce così il museo della cosa. Come scritto da Maurizio Vitta in "Le voci delle cose", dal momento in cui si produce una cosa, precedentemente c'è stato un progetto: sono stati definiti non solo le funzionalità, i materiali della cosa, ma anche le sue dimensioni e il suo design. Inoltre, poiché il progetto è "una scommessa sul futuro", abbiamo cercato di pensare anche allo sviluppo futuro della cosa.
È anche vero che, oltre a percepire con i sensi la cosa, possiamo pensare alla cosa. Così siamo in grado di tracciare una mappa concettuale che collega la cosa a diversi ambiti della realtà e pensare ai vari verbi e nomi che si legano ad essa. Ecco quindi che, anche il linguaggio assume un ruolo fondamentale e, ad ogni lettera dell'alfabeto è possibile associare il nome di un'altra cosa, un luogo o un personaggio che ci ricordano la cosa presa come riferimento.
Le cose permeano nella nostra vita, nella nostra quotidianità, hanno una storia e sono legate ad un luogo. Una significativa manifestazione dell'importanza della cosa nella vita di tutti i giorni è data dalla possibilità di legare ad essa anche i proverbi, dalla quale ricaviamo degli insegnamenti per noi stessi.
Vediamo così concretizzarsi ciò che afferma Maurizio Vitta: "siamo il nostro corpo, la nostra mente e la galassia degli oggetti che ci circonda".
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